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LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
Cos’è la scienza?
E’
un’attività umana che ha lo scopo di conoscere le cause di
determinati fenomeni. Si basa su un metodo di studio che prevede
l’elaborazione di teorie (che spiegano il fenomeno) e la verifica
sperimentale di tali teorie.
Data
da ricordare: 1455, Giovanni
Gutenberg stampò il primo libro, cioè la Bibbia,
in 150 copie.
L’invenzione della stampa
Fino
alla metà del Cinquecento i libri in Europa erano rari e preziosi.
L’unico modo di produrli, fino allora, era quello di scriverli a mano,
parola per parola.
Gli
arabi, già alcuni secoli prima,
avevano introdotto in Spagna la tecnica della lavorazione della carta, molto meno costosa della pergamena. Dalla
Spagna le cartiere si erano diffuse in Francia e in Italia,
la maggiore produttrice di carta in Europa.
Gli
studiosi rinascimentali però avevano sempre più bisogno di libri su cui
studiare. Bisognava perciò trovare un modo di produrli che fosse rapido e
poco costoso.
Fu
Giovanni Gutenberg a mettere a punto la tecnica
della stampa a caratteri mobili. Con questo metodo, nel 1455, fu stampato il primo libro, cioè la Bibbia, in 150 copie.
Questa
invenzione consentì una produzione di libri economica, rapida e su larga
scala.
L’Italia
divenne la maggiore produttrice di libri perché era il centro degli
studi umanistici e aveva molte università.
I
libri stampati non erano solo di carattere religioso, ma riguardavano tutti gli argomenti.
Conseguenze:
- si potevano confrontare facilmente le idee
- si diffuse l’istruzione e l’alfabetizzazione
(cioè aumentò il numero delle persone che imparava a leggere e scrivere)
- si formò un’opinione pubblica (la gente
veniva a conoscenza dei problemi di carattere generale e poteva farsi
un’opinione da confrontare con gli altri)
- si sviluppò la scienza
La nascita della scienza moderna
La
scoperta della stampa e la curiosità degli studiosi rinascimentali
verso i fenomeni naturali portò a un rapido sviluppo della scienza. Per
spiegare gli eventi naturali si formulavano delle ipotesi (attraverso
delle teorie), si verificavano attraverso l’esperienza e si esprimevano
attraverso formule matematiche (si determinavano delle leggi). Questo è
il metodo scientifico usato ancora oggi.
Con
questo metodo veniva studiata, ad esempio l’astronomia
(studio di fenomeni naturali che si ripetono, alternarsi del giorno e la notte,
delle stagioni, le maree).
Lo
studio di questa disciplina progredì molto in Europa. A tal punto che
l’astronomo polacco Niccolò Copernico, verso la metà del Cinquecento, elaborò una nuova teoria sulla
struttura dell’universo. Secondo questa teoria, tutti i pianeti, compresa la
Terra, ruotano attorno al sole (teoria eliocentrica).
Questa ipotesi, però, non fu considerata perché si era sempre creduto che la Terra
fosse al centro dell’universo e che tutto ruotasse attorno alla Terra
(teoria geocentrica). Inoltre la teoria era contraria ad alcune
affermazioni contenute nella Bibbia.
Fu
il matematico pisano Galileo Galilei a dimostrare,
al principio del Seicento, che la teoria di
Copernico era giusta. Ci riuscì attraverso la costruzione dei primi cannocchiali, con cui compì delle osservazioni
astronomiche che dimostravano che la Terra gira attorno al sole.
Ma
queste idee erano considerate eretiche dalla
chiesa cattolica, perché andavano contro le affermazioni della Bibbia. Galileo,
per salvarsi la vita, fu costretto a rinnegarle (cioè a dire che si era
sbagliato) di fronte al tribunale dell’Inquisizione.
Così
nei paesi cattolici come l’Italia e la Spagna,
la ricerca scientifica rallentò, perdendo importanza come centri culturali. Nei
paesi protestanti invece la ricerca
scientifica e la crescita culturale progredirono. Inghilterra
e Francia divennero quindi gli stati più
importanti, destinati a guidare lo sviluppo dell’Europa.
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