giovedì 2 maggio 2013

LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

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LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

Cos’è la scienza?
E’ un’attività umana che ha lo scopo di conoscere le cause di determinati fenomeni. Si basa su un metodo di studio che prevede l’elaborazione di teorie (che spiegano il fenomeno) e la verifica sperimentale di tali teorie.

Data da ricordare: 1455, Giovanni Gutenberg stampò il primo libro, cioè la Bibbia, in 150 copie.


L’invenzione della stampa

Fino alla metà del Cinquecento i libri in Europa erano rari e preziosi. L’unico modo di produrli, fino allora, era quello di scriverli a mano, parola per parola.
Gli arabi, già alcuni secoli prima,  avevano introdotto in Spagna la tecnica della lavorazione della carta, molto meno costosa della pergamena. Dalla Spagna le cartiere si erano diffuse in Francia e in Italia, la maggiore produttrice di carta in Europa.
Gli studiosi rinascimentali però avevano sempre più bisogno di libri su cui studiare. Bisognava perciò trovare un modo di produrli che fosse rapido e poco costoso.
Fu Giovanni Gutenberg a mettere a punto la tecnica della stampa a caratteri mobili. Con questo metodo, nel 1455, fu stampato il primo libro, cioè la Bibbia, in 150 copie.
Questa invenzione consentì una produzione di libri economica, rapida e su larga scala.
L’Italia divenne la maggiore produttrice di libri perché era il centro degli studi umanistici e aveva molte università.

I libri stampati non erano solo di carattere religioso, ma riguardavano tutti gli argomenti.
Conseguenze:
- si potevano confrontare facilmente le idee
- si diffuse l’istruzione e l’alfabetizzazione (cioè aumentò il numero delle persone che imparava a leggere e scrivere)
- si formò un’opinione pubblica (la gente veniva a conoscenza dei problemi di carattere generale e poteva farsi un’opinione da confrontare con gli altri)
- si sviluppò la scienza








La nascita della scienza moderna

La scoperta della stampa e la curiosità degli studiosi rinascimentali verso i fenomeni naturali portò a un rapido sviluppo della scienza. Per spiegare gli eventi naturali si formulavano delle ipotesi (attraverso delle teorie), si verificavano attraverso l’esperienza e si esprimevano attraverso formule matematiche (si determinavano delle leggi). Questo è il metodo scientifico usato ancora oggi.
Con questo metodo veniva studiata, ad esempio l’astronomia (studio di fenomeni naturali che si ripetono, alternarsi del giorno e la notte, delle stagioni, le maree).
Lo studio di questa disciplina progredì molto in Europa. A tal punto che l’astronomo polacco Niccolò Copernico, verso la metà del Cinquecento, elaborò una nuova teoria sulla struttura dell’universo. Secondo questa teoria, tutti i pianeti, compresa la Terra, ruotano attorno al sole (teoria eliocentrica). Questa ipotesi, però, non fu considerata perché si era sempre creduto che la Terra fosse al centro dell’universo e che tutto ruotasse attorno alla Terra (teoria geocentrica). Inoltre la teoria era contraria ad alcune affermazioni contenute nella Bibbia.
Fu il matematico pisano Galileo Galilei a dimostrare, al principio del Seicento, che la teoria di Copernico era giusta. Ci riuscì attraverso la costruzione dei primi cannocchiali, con cui compì delle osservazioni astronomiche che dimostravano che la Terra gira attorno al sole.
Ma queste idee erano considerate eretiche dalla chiesa cattolica, perché andavano contro le affermazioni della Bibbia. Galileo, per salvarsi la vita, fu costretto a rinnegarle (cioè a dire che si era sbagliato) di fronte al tribunale dell’Inquisizione.
Così nei paesi cattolici come l’Italia e la Spagna, la ricerca scientifica rallentò, perdendo importanza come centri culturali. Nei paesi protestanti invece la ricerca scientifica e la crescita culturale progredirono. Inghilterra e Francia divennero quindi gli stati più importanti, destinati a guidare lo sviluppo dell’Europa.

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