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Per quanto riguarda la dislessia evolutiva, è molto
raro trovare casi di bambini che presentino solo problemi con la lettura. Ciò
avviene perché la dislessia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento
e, in quanto tale, il più delle volte si presenta in associazione ad altri
problemi non strettamente linguistici, ma che comunque si condizionano a
vicenda. In gergo medico per indicare questa situazione si usa il termine
comorbilità che allude all’esistenza di patologie che ricorrono in maniera
congiunta.
I sintomi dei disturbi dello sviluppo
variano in relazione all'età del bambino ed hanno anche l'elevata possibilità di presentarsi associati tra loro.
In Italia non esistono ricerche che
abbiano indagato in modo puntuale questo problema. Tuttavia, dati raccolti in
altri Paesi propongono indici di comorbilità tra dislessia e discalculia che si
aggirano tra il 12 e il 25% e, se a questi disturbi si associa anche il
disturbo di attenzione/iperattività, il valore si attesta attorno al 27%.
Al contrario, bambini affetti da ADHD
possono presentare DSA nell'ordine del 30-50%: per questi bambini e per le loro
famiglie il percorso scolastico è particolarmente gravoso.
La comorbilità con il disturbo della coordinazione motoria
(comprendente la disgrafia evolutiva) sembra collocarsi attorno al 30%.
I disturbi specifici di apprendimento possono anche
essere associati ad un disturbo psicopatologico. In questo caso la comorbilità
tra le due affezioni può implicare relazioni e approcci teorici e clinici
diversi, anche se non sempre chiaramente distinguibili nel singolo soggetto,
soprattutto se la diagnosi viene effettuata tardivamente. Talvolta il disturbo
psicopatologico sembra essere una conseguenza del disturbo di apprendimento e
del conseguente insuccesso scolastico; in questi casi il disturbo
psicopatologico tende a ridursi spontaneamente in parallelo con la riduzione
delle difficoltà scolastiche; in altri casi il DSA diventa un fattore
scatenante per la strutturazione di un disturbo psicopatologico già presente,
sia pur in forma larvata, negli anni precedenti; in questo caso l'andamento dei
due disturbi appare relativamente indipendente.
Queste due situazioni non vanno comunque confuse con
il percorso inverso, quando cioè il disturbo di apprendimento è aspecifico e
rappresenta solo un sintomo del disturbo psicopatologico. In letteratura viene
rilevata comorbilità fra disturbi specifici di apprendimento e disturbi
psicopatologici appartenenti all'Asse I del DSM IV nel 50% dei casi. Molteplici
sono le categorie diagnostiche interessate.
Disturbi esternalizzati o disturbi con comportamento
disturbante (DSM IV-R): disturbo da deficit di attenzione e iperattività;
disturbo oppositivo-provocatorio; disturbi della condotta e inerenti l'area
della devianza sociale.
Disturbi internalizzati: disturbi d'ansia sono spesso
associati a disturbi di apprendimento di vario tipo: attacchi di panico,
disturbo di ansia di separazione, fobie semplici, fobia sociale; disturbi
somatoformi possono essere espressione di reazioni secondarie agli insuccessi e
frustrazioni in campo didattico; disturbi dell'umore possono subentrare
secondariamente a disturbi specifici delle abilità scolastiche o essere una
componente causale di disturbi aspecifici di apprendimento.
La comorbilità
può essere analizzata anche da un altro punto di vista ovvero partendo dall’età
in cui al soggetto viene effettuata la diagnosi di DSA. La letteratura fino ad
oggi si è occupata per lo più dei bambini affetti da questo disturbo, ma tanto
più emerge la consapevolezza del problema da parte delle agenzie educative
(famiglia, scuola) tanto più aumentano i casi di DSA individuati durante
l’adolescenza. Ciò significa che si tratta di ragazzi che frequentano già la
scuola secondaria superiore i quali, per almeno 8 anni, hanno convissuto con il
doloroso sospetto di un’inefficienza cognitiva.
Per
contribuire alla restituzione di un’immagine di integrità cognitiva, nel 2009
un gruppo di 67 ragazzi con diagnosi di dislessia evolutiva è stato studiato
con lo scopo di stabilire i livelli di comorbilità con la disortografia, la
disgrafia e la discalculia.
È emerso che il 74% dei soggetti studiati rientra nei
criteri di inclusione della disortografia evolutiva. Di essi il 34% ha un disturbo
grave (- 3 deviazioni standard). Solo l’11% ha una prestazione nella norma. Il
15% rientra in una fascia borderline con prestazione inferiore alla norma, ma
non patologica. Il 76% dei soggetti ha significative difficoltà nella
realizzazione della parte esecutiva della scrittura e presenta una disgrafia
evolutiva.
I risultati ottenuti evidenziano quindi che, anche
nelle ortografie trasparenti, il disturbo disortografico in età adolescenziale
si manifesta con elevati livelli di comorbilità con la dislessia.
Molto elevata è la comorbilità tra disgrafia e
disortografia evolutiva. Quando entrambi i disturbi sono compresenti è
ipotizzabile che abbiano creato effetti reciprocamente secondari
sull’ortografia e sulla grafia, enfatizzandone l’espressività fin da quando i
soggetti erano piccoli.
Per quanto riguarda i livelli di comorbilità tra
dislessia evolutiva e discalculia evolutiva, l’82% dei soggetti dislessici
studiati ha avuto prestazioni ≤ - 2 deviazioni standard in rapidità e/o
correttezza, in almeno una delle aree indagate. Solo il 6% dei soggetti ha
avuto prestazioni nei limiti di norma in tutte le prove. Il 14 % dei soggetti
ha avuto prestazioni sotto norma almeno in una delle aree indagate, anche se
queste non raggiungono la soglia patologica. La rilevazione della gravità del
disturbo evidenzia che il 58% dei soggetti ha prestazioni ≤ - 3 deviazioni
standard almeno in una delle aree indagate. L’analisi delle aree maggiormente
compromesse evidenzia che un’elevata percentuale di soggetti cade nell’area del
calcolo scritto e in quella del calcolo a mente. Solo un quarto dei soggetti ha
difficoltà specifiche nell’area della transcodifica. Si può concludere quindi
che, in un numero elevatissimo di casi, i soggetti dislessici evolutivi in età
adolescenziale manifestano anche difficoltà specifiche nell’ambito del calcolo
e del processamento numerico. Tali difficoltà sembrano presentarsi spesso con
caratteristiche di gravità. L’autonomia cerebrale del sistema dei numeri da
quello della lingua scritta è ormai un dato scientificamente consolidato. Si
può affermare, perciò, che i disturbi della lettura e del calcolo in età
adolescenziale convivono in situazione di alta comorbilità.
BIBLIOGRAFIA
- Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e
dell’adolescenza, Linee guida per i disturbi di
apprendimento, parte I: I
disturbi specifici di apprendimento
- Azienda ULSS
20 di Verona, Centro di riferimento
regionale per i disturbi dell’apprendimento, I disturbi specifici
dell’apprendimento DSA
- Graziano Lacaita, Studi
sulla dislessia evolutiva: lo stato dell’arte, Annali on line - Lettere, Vol.
2, 2006
- Daniela Bindelli, Deborah Depretis, Anna Fasola, Katia Folisi,
Donatella Marzorati, Enrico Profumo, Rossella Serafino, Federica Torcellini, La comorbidità tra dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia nella
scuola secondaria di secondo grado, in Dislessia,
Vol. 6, n. 1, gennaio 2009 (pp.
59-76), Trento, Edizioni Erickson
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